Diniego installazione pedane da parte del Comune: denuncia dei ristoratori, possibile Class Action

La denuncia parte da quanto riportato dal gruppo di ristoratori Mio Italia, rappresentato da Tudisco, secondo cui gli uffici delle Attività Produttive, dietro le indicazioni e il diniego degli Uffici all’urbanistica di Palazzo degli Elefanti, hanno negato a centinaia di ristoratori a Catania l’installazione delle pedane, conseguenza dei relativi dinieghi sul rinnovo del suolo pubblico.

I ristoratori denunciano l’accaduto e chiedono un incontro con le istituzioni: non essendoci il sindaco, l’invito è rivolto soprattutto al facente funzioni Bonaccorsi. Il Comunicato di Mio Italia apre così: «Tra il 14 e il 15 aprile il Comune ha inviato decine di pec indirizzate ai ristoratori. Ci è arrivata una pioggia di dinieghi sul rinnovo del suolo pubblico. Concessione che ogni anno i titolari dei pubblici esercizi chiedono, com’è stabilito dalla normativa, per l’impiego della pedana di livellamento. Un’autorizzazione pagata a peso d’oro visto che l’utilizzo del suolo pubblico a Catania è il più caro di tutta Italia. Le pedane di livellamento sono strutture indispensabili, viste le pessime condizioni del manto stradale cittadino, perché servono ad evitare che i clienti consumino nei tavoli in equilibrio precario. Opere dov’è consentita l’istallazione di una piccola ringhiera, per questioni di sicurezza, e una copertura. Il tutto purché resti aperto ai quattro lati».

Seppur attualmente il Comune sta lavorando ai suddetti permessi, tentando anche la strada di un nuovo regolamento, Mio Italia sembrerebbe vederci un piano intenzionale a danno dei ristoratori e il rappresentante Tudisco fa nomi e cognomi di coloro che secondo lui sono i colpevoli di questo disagio procurato ai ristoratori: «Il diniego è arrivato su disposizione del direttore all’Urbanistica Ingegnere Bisignani dopo circa una settimana dalle dimissioni dell’assessore al Commercio Ludovico Balsamo. Fino ad ora non ci sono state date risposte e non sappiamo i motivi che hanno portato ad una decisione tanto grave per tanti ristoratori. Un provvedimento inconcepibile e senza capire che tipo di criteri hanno adottato. Durante una riunione con tutti i nostri consociati ci siamo resi conto che nelle stesse vie- con le stesse caratteristiche, gli stessi materiali e le stesse autorizzazioni- alcune pedane sono state “accettate” e altre no».

La nota di Mio Italia continua con la richiesta di un incontro per comprendere alcune ipocrisie comunali che sarebbero emerse nei confronti dei ristoratori: «Vogliamo sapere che tipo di normative hanno applicato visto che, negli ultimi dieci anni, queste pedane sono state sempre autorizzate dietro richiesta della CILA? Non solo, con questi dinieghi il comune di Catania ci chiede di costruire le pedane in sanatoria visto che ora ci considera abusivi. Ma se per dieci anni hanno rinnovato il suolo pubblico, oggi come facciamo ad essere abusivi? In base a quali criteri o normative possiamo essere definiti tali?».

Infine il comunicato fa una metaforica chiamata alle armi, con una paventata Class Action: «Tutti quelli che hanno subito questi ingiusti dinieghi o rientrano in questa casistica ci contattino. Stiamo uscendo da due anni di lockdown, c’è una guerra in atto che ha determinato un aumento delle materie prime e dell’energia, abbiamo famiglie, i nostri dipendenti sono migliaia che lavorano con noi, l’abusivismo a Catania è ovunque ed ora ci colpiscono con questa nuova mazzata? Per noi tutto questo è infondato e non sappiamo a quale norma ci si appelli per farci essere abusivi. Una situazione che si è venuta a creare senza nemmeno essere state convocate ad un tavolo di concertazione le associazioni di categoria e capire così come poter risolvere la questione. A questo punto chiediamo immediatamente un incontro con il Sindaco facente funzioni Roberto Bonaccorsi per capire se è al corrente di quello che sta succedendo e del fatto che ora siamo diventati abusivi dopo dieci anni di contributi regolarmente pagati».

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