Per la Figc gli impianti sportivi a Catania presentano criticità importanti e molti sono chiusi
Non esiste solo il Catania calcistico e il Massimino. Con l’imminente inizio dei campionati giovanili, dei campionati di Prima e Seconda Categoria, ma in generale di tutta l’attività dilettantistica, si ripropone l’annoso problema dello stato dell’impiantistica sportiva a Catania e provincia. Le strutture sportive, ad oggi, presentano le solite e annose criticità.
A dichiararlo a nome dell’istituzione sportiva è il delegato della Figc Catania, Lino Gurrisi: «Purtroppo devo evidenziare che le nostre società devono affrontare le solite problematiche che non fanno altro che complicare lo svolgimento della regolare attività sportiva. In particolare, diverse sono le situazioni in cui si dovrà giocare a porte chiuse, perché le tribune sono inagibili o perché manca il visto delle autorità preposte per lo svolgimento di spettacoli aperti al pubblico».
Attualmente si starebbe mappando lo stato degli impianti a Catania e provincia: «Non è giusto che i nostri ragazzi debbano giocare senza i loro genitori e vivere un momento bello come il calcio senza una condivisione e senza un applauso. Non è giusto, in generale, che le società che devono fare i conti con una crisi economica importante nello sport, si ritrovano a non poter usufruire del contributo dei tifosi. L’esigenza da rispettare è senz’altro il bilancio da salvaguardare».
Il delegato Figc di Catania fa un assist ai politici tanto impegnati in promesse varie per via delle prossime elezioni: «Chiedo al futuro Governo nazionale e, soprattutto, quello regionale, sulla scorta anche della presa di posizione del presidente Morgana, in occasione della conferenza stampa d’inizio stagione, di attenzionare il problema degli impianti, di destinare investimenti in merito alla riqualificazione e alla realizzazione dei terreni in sintetico, e dare priorità allo sport. Perché, grazie alla buona politica in questo settore, che si possono togliere tanti giovani dalle strade per inserirli in contesti sociali validi. Per fare questo le amministrazioni comunali dovrebbero chiaramente dotarsi di persone esperte con la giusta sensibilità e con le competenze necessarie in materia sportiva e nelle politiche giovanili».