Morte bianca Paternò, sindacato lancia grido di allarme: «Carneficina che non si arresta»

Un triste fatto di cronaca è avvenuto nel territorio catanese, precisamente a Paternò. Purtroppo, è l’ennesima morte sul lavoro quella avvenuta, facendo aprire alle solite tematiche sulla sicurezza sul posto di lavoro e l’eccessivo prolungamento degli anni di servizio per determinati lavori in vista della pensione.

A lanciare un grido di allarme, unitamente al proprio cordoglio, sulla morte bianca avvenuta a Paternò è il sindacato Ugl Catania, che attraverso il segretario territoriale della Ugl di Catania Giovanni Musumeci ha dichiarato: «Siamo sgomenti avendo appreso la notizia dell’ennesima tragica morte bianca sul lavoro nella nostra area metropolitana. Ancora una volta un lavoratore tristemente protagonista di una carneficina che anche dalle nostre parti non accenna affatto ad arrestarsi. Confidando nell’operato delle forze dell’ordine intervenute a Paternò per far piena luce sul grave accadimento ed esprimendo ai familiari del lavoratore il più sentito cordoglio da parte della nostra organizzazione sindacale, non possiamo che rilanciare il nostro forte grido di allarme su un tema così delicato. Si deve lavorare per vivere e non vivere per lavorare, rischiando di poter diventare un caduto sull’altare del servizio!».

La nota del sindacato chiosa con una riflessione che da un lato fa ben sperare ma dall’altro lato non è abbastanza: «Se da una parte è vero che negli ultimi anni l’attenzione su un argomento come questo, a livello istituzionale e di opinione pubblica, è aumentata anche in relazione alle attività di prevenzione e sensibilizzazione attuate, dall’altra parte è anche un dato di fatto la carenza delle iniziative di controllo dovuta all’esiguità di personale preposto. Bisogna incrementare ogni sforzo su quella che per noi è un’emergenza impellente, accelerando particolarmente sull’immissione in ruolo di numerosi impiegati dei servizi ispettivi. Solo così, a nostro avviso, tante famiglie eviterebbero di piangere i loro cari usciti da casa per lavoro e mai più tornati vivi».

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