Ghostbusters Sicilia: quando il divertimento non deve necessariamente avere un costo (per la felicità degli appassionati)
Quasi in un’involontaria simbiosi, nella decima edizione di Etna Comics ritorna anche una delle associazioni più amate del pubblico fieristico: i Ghostbusters Sicilia. Pronti a festeggiare il decimo anniversario dalla costituzione associativa, gli acchiappa fantasmi siculi quest’anno si trovano al secondo piano de Le Ciminiere (in uno spazio ristretto, perdendo un miglior posizionamento a favore del colosso-sponsor McDonalds).
Tra riproduzioni fedeli, un corso di addestramento per divenire Ghostbusters e le loro tute luccicanti (oltre molto altro), incontriamo il presidente di Ghostbusters Sicilia Simone Nicotra per parlare dell’associazione, del mondo Ghostbusters e del loro sforzo in fiera sempre totalmente gratuito.
Ritorno a Etna Comics dopo gli anni del lockdown. Com’è stato tornare e quant’è pesata questa pausa per un’associazione itinerante come la vostra, che segue le manifestazioni?
Nicotra: «Sicuramente non sono stati anni facili o piacevoli un po’ per tutti. Non è stato piacevole isolarsi ed essere obbligati a stare chiusi a casa o a dover portare queste fastidiosissime mascherine che quasi ti “depersonificano”. Lo dovevamo fare, la salute ha la sua importanza e le associazioni purtroppo in questo schema passano in secondo ruolo. È anche vero che hai più tempo per studiare, pensare e lavorare a progetti futuri perché grazie al cielo è finita o ce lo auguriamo almeno. Durante lo stop abbiamo potuto lavorare per esempio a tutto il materiale venuto fuori dal nuovo film di Ghostbusters ed è stato utile perché siamo arrivati ad Etna Comics con tutto pronto per poter fare bello sfoggio di sé».
Siete itineranti assieme allo svolgersi delle fiere ma, oltre esse, quali altre attività svolgete come associazione?
N: «Oltre le fiere purtroppo possiamo fare poco perché Ghostbusters è un brand di nicchia, da questo punto di vista. Ci è capitato di andare a fare intrattenimento ad altri eventi però come associazione ci dedichiamo per lo più a creare dei momenti di comitiva. Per esempio facciamo visioni collettive dei film e ne organizzeremo una in estate per vedere il film in uscita. Prediligiamo una linea molto amicale, molto affettiva, quindi l’invito è sempre a trattare Ghostbusters Sicilia non come un’associazione fieristica che viene, fa e finisce. Cerchiamo di fidelizzare con la gente perché, facendo tutto gratuitamente, cerchiamo di creare un ritorno a livello umano per tutto ciò che Ghostbusters Sicilia può portare in manifestazioni come questa di Etna Comics».
Associazione Ghostbusters Sicilia: quant’è nata e quali obiettivi avete prefissati? Volete aggiungere qualcosa in più o siete arrivati a un livello di stasi in cui non pensate di portare altre novità, adeguandovi alla cinematografia e tutto quel che si sviluppa intorno alla tematica?
N: «Innanzitutto mi preme dire che l’associazione Ghostbusters Sicilia è no profit, quindi assolutamente fine al divertimento e alla produzione di repliche che possano permettere alle persone d’immergersi nell’atmosfera tipica dei film. Non interessa fare cassa ma permettere a chiunque di entrare dentro il mondo di Ghostbusters in maniera quanto più immersiva possibile. Sicuramente chi si ferma è perduto, per cui pensare che siamo arrivati a qualcosa è sbagliato, forse sarebbe anche pericoloso e nocivo. Cerchiamo costantemente di pensare a cosa possiamo aggiungere. È chiaro che ci leghiamo a doppia mandata coi film e in questo momento abbiamo avuto la nuova immissione di prodotti ed idee derivanti da “After Life”. Chiaramente speriamo che questa linea cinematografica abbia ritrovato con questo film un punto di partenza e non chiusura: ci dovrebbero essere altri due film e dunque materiale nuovo. Per quanto riguarda Ghostbusters Sicilia, è un’associazione che quest’anno festeggerà i dieci anni, che non ha assolutamente vogliamo di fermarsi e che ritrova sistematicamente una stanchezza derivante da impegni come questi ma anche la voglia di continuare».
Non vi perdete nessuna fiera, soprattutto locale
N: «No. Ghostbusters Sicilia si vuole legare per il suo nome fortemente alla Sicilia e quindi cerchiamo di coprire tutte le attività sull’Isola. Non amiamo trattare le fiere come fiere di serie A o serie B: per noi le fiere sono tutte uguali, l’impegno profuso è identico e ci adattiamo agli spazi che la fiera ci mette a disposizione. Le onoriamo tutte al 100% con impegno, fatica e soprattutto coi nostri prodotti che sicuramente fanno sempre bella mostra».
L’associazione è formata dai membri iniziali dopo un decennio o man mano se ne sono aggiunti di nuovi? La passione è stata trasmessa al tal punto da richiamare anche la voglia di partecipare ed essere parte di Ghostbusters Sicilia?
N: «La formazione originale era composta da quattro persone che si conoscevano ma ormai non esiste più poiché vicissitudini varie di vita hanno portato alcuni a prendere strade diverse. Il praticare le fiere, gli eventi e tutto il resto ci ha permesso di conoscere nuove persone, le quali si sono innamorate del nostro progetto, del modo con cui facciamo attività, della “travolgente simpatia” che riusciamo a mettere in atto quando siamo dentro le nostre tute. Si sono fatti trascinare dentro e fanno tuttora parte del nostro gruppo».
Riguardo ai film: auspicate l’uscita di altre produzioni. Prendendo come esempio il franchising Star Wars, secondo te c’è un rischio che possa diventare una cosa più commerciale che di storytelling? soprattutto coi nuovi film che “strizzano l’occhio” al politically correct? Condividete la linea filmica odierna o la trovate eccessiva e poco canonica con quel che era il passato filmico?
N: «Purtroppo le cose tirate troppo per le lunghe rischiano necessariamente di diventare pericolose, perché la storia non la puoi allungare troppo. Mi spiace dirlo ma Star Wars credo ne sia un esempio assolutamente palese. Tutto ha (e dovrebbe) avere una sua naturale durata. Prima di After Life, essendo Ghostbusters un prodotto anni ’80, ero anche contento fosse rimasto inscatolato in quel decennio che lo caratterizzava. Oggi purtroppo ci hanno insegnato che i remake, i reboot, il riprendere-ripristinare va di moda e la paura era che After Life potesse essere direttamente un prodotto studiato e confezionato per le nuove generazioni, per un facile gusto e gradimento del pubblico. Invece è stato un film per i fan, fatto da un fan. Un attestato d’amore per il brand e per noi fan ma soprattutto è stata una lettera di scuse all’attore morto – Harold Allen Ramis Ndr - per non avergli permesso di girare questo terzo capitolo. Sicuramente il futuro da questo punto di vista potrebbe biforcarsi o addirittura ramificarsi in tantissime direzioni. Non credo esista una sicurezza. È anche vero che il cinema e Hollywood ci hanno insegnato che si deve fare cassa sennò non vai da nessuna parte e non ti fanno produrre i film. Ghostbusters credo sia andato ben oltre le previsioni di chi lo ha realizzato, auguriamoci che non si punti ai numeri eccessivi come fa la Disney ma che si rimanga dentro un “recinto” di amanti del genere che vengono coccolati o sono stati coccolati con After Life: l’ho visto sei volte e ho pianto tutte e sei volte».
Possiamo dire che Ghostbusters è conosciuto dal pubblico generale e anche chi non è fan conosce alcuni elementi ripresi dai film del passato. Per chi è appassionato, è all’interno e lo vive, c’è tanto altro da raccontare? Magri sulla tematica scientifica? Oppure è oramai quasi tutto esaurito?
N: «I primi due film degli anni ’80 sono stati concepiti con un forte impatto scientifico. Gli zaini protonici e lo studio dei fantasmi stesso avevano una base scientifica: la produzione andò all’MTI a chiedere, secondo delle basi più o meno possibili, quali potessero essere scientificamente i mezzi più appropriati qualora esistessero o fosse stato attestabile l’esistenza di entità paranormali, le strumentazioni migliori per la caccia ai fantasmi. Attestarono che questa sorta di arsenale che era costituito anche dallo zaino protonico poteva essere una credibile arma per fronteggiare i fantasmi. Per quanto riguarda il futuro diciamo che un’implementazione potrebbe essere solamente legata alla potenza ma il cambio mi pare difficile. L’abbiamo visto già nel prodotto del 2016 abbastanza fallimentare, facendo vedere che prodotti diversi e idee diverse non ripagano mai. Il brand Ghostbusters è troppo legato ai fan, difficilmente si espande a macchia d’olio, l’icona anni ‘80 è riconosciuta universalmente, il nostro logo lo conosce chiunque però è anche vero che non è un brand potente quanto lo può essere Star Wars con alle spalle la Disney ma dice la sua».
Tornando alla vostra associazione, abbiamo avuto modo di partecipare ai corsi, ai giochi e a tutte le manifestazioni create da voi: il vostro è un impegno costante continuo ma soprattutto gratuito. Siete “sciocchi” voi a fare tutto gratuitamente oppure dovrebbe essere così la realtà “standistica” di una manifestazione fieristica?
N: «Non mi permetto d’insegnare agli altri come dovrebbero far le cose. Io parlo per me. Sono stato dall’altro lato della barricata prima di creare l’associazione Ghostbusters Sicilia, ho vissuto la fiera da spettatore pagando, entrando e vedendo un po’ la dimensione fieristica. Non posso negare che, partendo dal presupposto che queste fiere dovrebbero essere di base per un target di ragazzi senz’ancora una forte potenza economica in mano, mettergli in mano la possibilità di fare qualcosa senza dover sborsare soldi mi fa piacere, anche perché già molto spesso usano il denaro per entrare o soddisfare un certo tipo di desideri a livello di collezionismo e/o quant’altro. Se passo per sciocco va bene ma se questo passare per sciocco serve a regalare un sorriso, un attimo di felicità o la gratitudine di una madre che si avvicina e dice “grazie perché non trovo niente di gratuito da far fare a mio figlio e questa fiera mi sta constando uno sproposito” va bene così».
Simpatia, professionalità e passione ma oltre questo? Se si volesse dare manforte o una spinta propositiva all’associazione Ghostbusters Sicilia, quali potrebbero essere le vie percorribili?
N: «Le vie potrebbero essere varie. Intanto aprire dei canali di comunicazione con noi, perché siamo sempre in ricerca di persone con la nostra stessa passione e soprattutto con il nostro stesso punto di vista sul modo di fare fiera e sul modo di avere un “incontro” con le persone. Sarebbe interessante che persone con l’amore per il brand Ghostbusters, per le fiere e per il divertimento si uniscano a quella che è una famiglia. Ghostbusters Sicilia è prima di tutto una famiglia. Chiunque voglia si facesse sentire tramite i canali aperti Instagram e Facebook perché noi abbiamo tutto l’interesse a crescere: più siamo e più ci divertiamo. Contattateci perché le porte sono aperte e la voglia di crescere assieme c’è sempre».
Vuoi aggiungere qualcosa?
N: «Aggiungo solamente che ritornare è stato bello, continuare lo sarà ancora di più e i Ghostbusters Sicilia sono pronti a credere in voi, sempre!».
Ringraziamo tutti i volontari Ghostbusters Sicilia per la cordialità e la gentilezza mostrataci durante l’evento e nello specifico al portavoce e presidente dell’associazione Simone Nicotra per il tempo dedicatoci.