Dipartita Letizia Battaglia: Assessorato Catania ricorda la fotografa siciliana contro la mafia
Letizia Battaglia era la fotografa siciliana più famosa al mondo ma oltre l’arte è stata un’attivista, combattendo e denunciando la mafia uno scatto alla volta. Ieri è giunta la triste notizia della sua morte ma sono tanti i ricordi e gli insegnamenti che la fotografa ha lasciato in eredità e l’Assessorato alla Cultura della Città di Catania ha scelto uno di essi per renderle omaggio.
Una vita da cittadina del mondo ma con il cuore sempre alla sua amata Sicilia e la sua città, Palermo. Potremmo sintetizzare (ingiustamente) con questa frase la vita della fotografa siciliana Letizia Battaglia, morta a 87 anni. Lei era un ciclone, sempre in movimento e mai sazia d’avventura e approfondimenti. Tra pochi giorni la sua storia sarà raccontata da una fiction Rai. Letizia Battaglia ha lottato fino all'ultimo contro la malattia e le sofferenze fisiche. Non si era mai fermata tanto che la settimana scorsa aveva partecipato a Orvieto a un workshop di fotografia ed era in procinto di organizzare altri viaggi.
Il mondo della fotografia inghiotte Letizia Battaglia nel 1971 a Milano e da lì comincia una carriera che l’ha condotta a Parigi ma fatta tornare nella sua adorata Sicilia. Il primo soggetto della sua fotografia fu Pier Paolo Pasolini. Nel 1974 ottiene l’incarico di cronista per il giornale L’Ora, con cui si lega professionalmente per molto tempo. Così, Letizia Battaglia cominciò a racconta Palermo e la sua cronaca, spingendosi poi in tutta la Sicilia.
Le foto di Letizia Battaglia erano icone drammatiche e simboliche delle vicende di mafia. Ma lo erano anche quelle che riprendevano i boss imputati nel maxiprocesso, Giovanni Falcone che raccoglieva le rivelazioni di Tommaso Buscetta, la figura di Giulio Andreotti accusato di avere avuto rapporti con cosa nostra. Lo scatto più drammatico e più evocativo è quello che riprende Sergio Mattarella mentre cerca di soccorrere il fratello Piersanti abbattuto dai sicari della mafia. L'archivio di Letizia Battaglia è diventato così una immensa galleria di personaggi ma anche un giacimento di memoria e di quella che Andò ha chiamato la "liturgia struggente" dell'Apocalisse palermitana.
Celebre, sullo sfondo delle miserie del quartiere della Kalsa, la foto della bambina con il pallone che riuscirà a ritrovare e ad abbracciare dopo 40 anni (di cui disse: «La mia bambina era diventata una splendida donna, bella e onesta. Non mi aveva tradito»). Fotografie esposte in tutto il mondo e che le sono valse anche prestigiosi riconoscimenti internazionali come il premio Eugene Smith.
L’Assessorato alla Cultura di Catania, a nome del Comune e dei cittadini, ha reso omaggio a Letizia Battaglia con un post, breve e coinciso, in cui si cita proprio la fotografa: «#donne Ieri sera, Letizia Battaglia la fotografa siciliana più famosa al mondo, è morta. Un anno fa, alla vigilia dei suoi 86 anni, ha fatto il punto sul suo rapporto con le donne e gli uomini: "Gli uomini non ci permettono di crescere, di esprimere la nostra personalità. Gli uomini non sono cresciuti, non riescono a liberarsi da un concetto di sé che non è quello reale. Guarda i ragazzi… non scopano più, hanno paura delle femmine”».
Letizia Battaglia è morta ma non il suo ricordo, vivido e d’ispirazione per molti siciliani. Seppur la tristezza incombe, è la figlia (Shobba) a indicare la via: «Deve essere una grande festa, come lei avrebbe voluto». La figlia ha poi voluto fotografare anche la fine della madre Letizia Battaglia, quasi a voler chiudere un cerchio simbolico della fotografa.