Omicidio Raffadali, Gip convalida carcere al poliziotto: “Non credibile tesi gesto d'impeto e non premeditato”

L’omicidio del figlio da parte del poliziotto in servizio a Catania sarebbe stato premeditato e non relegato a un gesto d’impeto, come la difesa ha cercato di giustificare. Il poliziotto Gaetano Rampello ha preso la propria pistola d’ordinanza e sparato 14 colpi a distanza ravvicinata al figlio Vincenzo Gabriele, in piazza Progesso, a Raffadali.

Quel che appare una vera e propria esecuzione del proprio figlio sarebbe scaturita dal furto del portafoglio da parte di Vincenzo Gabriele e dalle precedenti aggressioni perpetrate contro il padre Gaetano Rampello.

Il Gip del tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, ha convalidato l'arresto, e disposto la custodia cautelare in carcere, di Gaetano Rampello, il poliziotto di 57 anni in servizio al reparto mobile della Questura di Catania, che ha confessato l'omicidio del figlio Vincenzo Gabriele di 24 anni. Il Gip convalida l’arresto poiché: «Gaetano Rampello, pur avendo subito aggressioni da parte del figlio, ha omesso la sua natura violenta tanto da essere stato denunciato dall'ex moglie. Non è credibile la tesi di un gesto d'impeto e non premeditato. Dal video si vede, infatti, che l'arma è occultata e già scarrellata e pronta per l'uso. È stata un'azione pervicace, ha colpito la vittima alle spalle e quando era a terra indifesa»

Le motivazioni e la ricostruzione del Gip sull’omicidio avvenuto il primo febbraio con 14 colpi di pistola sembrerebbero poggiare su solide basi attraverso le telecamere di videosorveglianza della piazza. Inoltre, la confessione dell'indagato, che subito dopo ha chiamato i carabinieri dicendo dove si trovava e facendosi arrestare mentre era seduto su una panchina, non ha convinto del tutto il Gip, il quale ha sottolineato alcune contraddizioni ipotizzando che, in un primo momento, volesse sottrarsi all'arresto essendosi allontanato e avendo compiuto il gesto con un cappuccio in testa oltre all'obbligatoria mascherina che gli copriva il viso.

Il poliziotto Gaetano Rampello ha negato di avere premeditato l'omicidio dicendo di avere perso il controllo dopo anni di minacce e aggressioni da parte del figlio. Il fatto che la pistola fosse già priva di sicura e occultata in uno zaino - come si vede dalle immagini di videosorveglianza che hanno registrato il delitto, sottolinea il Gip - escluderebbe un gesto estemporaneo. Secondo il giudice, inoltre, Gaetano Rampello avrebbe potuto fargli una ricarica postepay, anziché presentarsi all'appuntamento per dargli i soldi richiesti visto che, peraltro, aveva un impegno legato all'affitto di un immobile. Dal video, inoltre, "non si vedono azioni particolarmente violente commesse dal figlio".

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