Ombre di licenziamento e possibile fuga della Pfizer a Catania: 210 esuberi e taglio investimenti (I DETTAGLI)
L’azienda farmaceutica Pfizer, riemersa fortemente alle cronache per il vaccino anti Covid, sembrerebbe aver deciso d’abbandonare la Città di Catania, che ospita uno degli stabilimenti più produttivi ma “umanamente” costoso. Nel corso di una videoconferenza a livello nazionale, la Pfizer ha annunciato alle organizzazioni sindacali 210 esuberi del personale e il taglio degli investimenti nello stabilimento produttivo catanese. Ugl Chimici tuona: «Scelta incomprensibile. Pronti alla battaglia, insieme alle istituzioni, per difendere i posti di lavoro».
Pur avendo guadagnato parecchio in questi anni, con un titolo azionario quasi sempre in salita, l’azienda Pfizer ha deciso di ridurre all’osso lo stabilimento sito a Catania e per far ciò starebbe scegliendo la via economicamente più conveniente ma umanamente e territorialmente disastrosa.
Nello specifico, Pfizer ha annunciato l’esubero di 210 lavoratori nello stabilimento produttivo di Catania, di cui 80 con contratto in somministrazione non verranno rinnovati mentre i restanti 130 dipendenti effettivi sarà proposto, in prima istanza, il trasferimento nella sede di Ascoli Piceno.
Non solo perdite per i lavoratori. Pfizer ha annunciato il dimezzamento degli investimenti per lo stabilimento catanese. Si passerà dai 60 milioni di euro annuali ai poco più di 28 milioni di euro, che secondo le prime stime sindacali consentirebbero soltanto la manutenzione degli impianti (dunque con nessuna possibilità di crescita o ripresa).
Le sigle sindacali avrebbero previsto in tempi non sospetti le ombre del licenziamento e la possibile fuga di Pfizer. Una nota congiunta dei segretari della Ugl (e in particolare la sezione “Chimici”) comunica: «Dopo un anno e mezzo di silenzio per Catania arriva la batosta che temevamo, ovvero la riduzione dei volumi della produzione ed un contestuale drastico tagli all’impegno di somme, che avrebbero invece dovuto garantire nuove produzioni. Già da tempo, come Ugl, avevamo espresso preoccupazioni considerato che il trasferimento di una commessa altrove, in assenza di valide alternative, rendeva naturale la perdita dei livelli occupazionali. Si tratta di maestranze altamente specializzate che, in tutti questi anni, hanno permesso al sito più volte di conseguire importanti risultati ed affrontare ispezioni di enti regolatori, ottenendo le necessarie certificazioni internazionali di qualità».
La nota Ugl riporta l’attenzione sul territorio e i lavoratori: «Quanto comunicato dalla dirigenza di Pfizer Italia è una brutta tegola per il lavoro, l’economia ed il tessuto sociale della città di Catania e non solo, già fortemente provato dalla crisi economica e quella pandemica. Una scelta, che in questo momento storico non comprendiamo anche alla luce dei volumi di affari che nell’ultimo anno ha registrato l’azienda. È chiaro che non può essere sempre chi lavora a dover pagare pesantemente le spese di questa politica industriale e ci batteremo fino alla fine per ottenere una revisione della decisione. Oltre questo, chiederemo più attenzione per l’unità produttiva etnea poiché ancora oggi per il prossimo triennio non ci sono notizie confortanti, oltre quelle legate al mantenimento delle strutture attuali ormai obsolete. Conferiamo quindi, lo sciopero indetto per il 4 marzo con Cgil e Uil perché vogliamo rivendicare la protezione dei posti di lavoro e, su questo, ci auguriamo di sentire anche la voce delle istituzioni locali fino ad ora poco incisive verso questa drammatica opzione per il territorio messa ora sul tavolo di trattativa da Pfizer».