Trecastagni: picchia nuovamente la moglie, lei costretta alla convivenza per difficoltà economiche pur in separazione
I Carabinieri della Stazione di Trecastagni hanno arrestato un cinquantatreenne del posto, ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. Non è la prima volta che il marito picchia la moglie e lei aveva tentato d’allontanarsi dalla convivenza forzata ma non riesce ad ottenere l’indipendenza economica.
Un residente del quartiere dei Saponari ha segnalato al 112 NUE una furente lite in famiglia con possibili percosse in atto ai danni di una donna. I militari giungono in concomitanza col figlio della coppia, il quale permette l’ingresso tempestivo agli agenti. All’interno dell’abitazione gli operatori trovano la donna quarantottenne che si lamentava per il dolore per i colpi subiti alla testa infertili dal marito mentre lui, impassibile, controbatteva asserendo d’esser stato invece lui stesso vittima di violenza.
Per eliminare il paradosso, i militari hanno effettuato gli accertamenti acclarando che fosse l’ennesima manifestazione di un ménage familiare in cui la moglie era spesso oggetto delle intemperanze del marito, con rimproveri per attività banali come uscire di casa per una passeggiata.
La coppia è stata condotta in caserma e la donna è stata visitata dal medico di guardia, il quale ha diagnosticato “ecchimosi alla regione dorsale del polso e del braccio sx algie alla regione laterale sx del collo con limitazione funzionale dei movimenti di flesso estensione e rotazione del capo” e una prognosi di cinque giorni.
I due hanno avviato tempo addietro l’iter per la separazione. La donna ha tentato d’ottenere l’indipendenza economica utile a poter vivere autonomamente ma il lavoro come badante non le ha permesso di riuscirvi, per via dell’esiguità dei guadagni, dunque è tornata in casa dal marito pur consapevole dei possibili rischi. L’uomo pertanto, come disposto dall’Autorità Giudiziaria, è stato inizialmente collocato in stato di arresto presso l’abitazione della figlia, successivamente convalidato con divieto di avvicinamento all’abitazione della vittima.