Catania, rapina in via Stazzone: 36enne incastrato da un'impronta e dai video di sorveglianza

Il 36enne catanese Concetto Francesco Greco, è stato arrestato dai Carabinieri della Stazione di Catania Nesima per rapina.

I fatti risalgono al 31 luglio 2020: l’uomo, fingendosi un cliente, è entrato all’interno di un negozio di rivendita di articoli per fumatori di via Stazzone dove, estraendo un taglierino, con ineffabile fermezza e con modi “gentili”, ha detto alla commessa «… male non te ne faccio se mi dai tutto quello che hai!».

La donna, era rimasta impietrita ed il rapinatore, saltato sul bancone, aveva arraffato il denaro contenuto in cassa e preoccupandosi anche di farsi consegnare “garbatamente” una busta di plastica per riporvici le monetine, era fuggito subito dopo a bordo del suo scooter che aveva parcheggiato nelle vicinanze, non prima però d’aver “invitato” la donna a dargli il tempo di dileguarsi prima di chiedere aiuto «…non chiamare i carabinieri, non chiamare nessuno!!!…» e poi educatamente salutare con un laconico «…arrivederci…» e aggiungere «…non esca subito ah...».

La commessa pertanto nell’immediatezza è stata ascoltata dai carabinieri che erano frattanto giunti ed avevano acquisito le sue prime dichiarazioni, stante le quali hanno appreso che il malvivente aveva fatto ingresso a volto scoperto e, solo prima di entrare in azione, aveva indossato una mascherina chirurgica.

I militari hanno pertanto visionato il sistema di videosorveglianza dell’attività commerciale che, ha loro consentito di riconoscere immediatamente il rapinatore che, tra l’altro, era sottoposto agli arresti domiciliari per reati legati al mondo degli stupefacenti. A riscontro di ciò i militari si erano recati presso l’abitazione dell’uomo il quale, effettivamente, non veniva trovato all’interno della sua abitazione.

Il quadro indiziario a carico del Greco, inoltre, si era arricchito anche del riscontro di un’impronta digitale del rapinatore che i militari della Sezione Investigazioni Scientifiche del Reparto Operativo di Catania avevano rilevato sulla scena del crimine, tutti elementi inconfutabili che hanno corroborato l’emissione del provvedimento restrittivo a seguito del quale il 36enne è stato tradotto nel carcere di Catania Piazza Lanza.