Ritorna la tematica dell’emergenza freddo relativo ai clochard: si chiedono soluzioni adeguate
Il comitato Romolo Murri utilizza il termine “emergenza freddo”, probabilmente impropriamente, anche se le temperature non sono eccessivamente basse. Ciò non toglie che per i clochard che vivono in strada ciò basta e avanza per rischiare la morte per assideramento. Il comitato chiede soluzioni adeguate per i bivacchi in Corso Sicilia ma in realtà c’è già la risoluzione e il problema è più umano che organizzativo.
È stato l’anno scorso, quando ancora esisteva un’Amministrazione comunale solida e propensa al lavoro quotidiano anziché straordinario, che si è fatto qualcosa di concreto per i senza tetto di Corso Sicilia e piazza della Repubblica: merito soprattutto dell’esposizione mediatica da parte di Striscia La Notizia che ha “costretto” l’assessore incaricato e il Comune di Catania a far qualcosa. IN quell’occasione tutti i clochard furono aiutati e venne offerto riparo presso diverse strutture comunali e di volontariato ma i clochard non hanno accettato, poiché per loro non vi è problema a vivere in strada, è uno stile di vita e soprattutto non accettano elemosina. Senza fare di tutta un’erba un fascio, anche mendicare per strada spesso è utile a ottenere denaro per i propri vizi (ovviamente non coperti nelle strutture che potrebbero ospitarli).
In questo quadro generale in cui non ci sono vincitori né vinti si piazza il comitato Romolo Murri, che forse non conosce o non ha approfondito le ragioni dietro all’emergenza freddo e le difficoltà di risolvere la “questione” clochard. Di seguito il comunicato a firma del presidente Vincenzo Parisi: «Sotto l’aspetto degli aiuti ai senza tetto, che vivono in condizioni di estrema emergenza, l’Amministrazione deve fare qualcosa perché tende e coperte di lana non bastano. Occorre dare un riparo sicuro a tantissimi, extracomunitari e italiani, colpiti duramente dalla crisi generalizzata. Bisogna sviluppare un piano programmatico».
Secondo il comitato, bisognerebbe incentivare la collaborazione tra Comune e associazioni volontarie ma soprattutto spendere denaro per ristrutturare degli immobili comunali da donare in un certo senso ai clochard: «Il Comitato Romolo Murri chiede all’amministrazione comunale di attivarsi immediatamente e costruire una collaborazione duratura con le associazioni come la Caritas, la Comunità di Sant’Egidio, la Croce Rossa Italiana e tutte le altre che già da tempo si occupano di questo tipo di emergenze. Già in passato sono state approntare iniziative specifiche in tal senso che, seppur nel breve periodo, hanno dato risultati importanti. I ripari di fortuna in Corso Sicilia non possono rappresentare certo una soluzione. Al contrario un via percorribile sarebbe quella di riqualificare uno dei tanti immobili abbandonati di Catania e farne una struttura dell’accoglienza. Un sito da affidare alle associazioni no profit che in tutta la città, con i suoi volontari, stanno facendo un lavoro che merita il plauso di tutti noi».