La pista ciclabile “fantasma” che non ha mai raggiunto il suo potenziale è un percorso di guerra
La pista ciclabile “via Casalotto-via De Curtis” è una delle prime iniziative Green attuate a Catania, offrendo un percorso breve di collegamento dalla Stazione Centrale al centro storico, terminando in piazza Stesicoro ma continuando, potenzialmente, sulla via Etnea.
Purtroppo, sin dalla sua inaugurazione, la pista ciclabile è rimasta inutilizzata, senza mai raggiungere il suo potenziale ma soprattutto divenendo uno spazio “privato” in molte parti e in generale apparendo un percorso di guerra anziché uno spazio adibito alla percorrenza di biciclette e monopattini.
A evidenziare per l’ennesima volta la problematica relativa alla pista ciclabile è stavolta il comitato Romolo Murri, che chiede interventi specifici: «Per utilizzare la pista ciclabile a Catania non serve la bicicletta ma solo tanta fantasia e una bella dose di coraggio. Questo perché parliamo non di una pista ma di un vero e proprio percorso ad ostacoli che spaventerebbe qualsiasi sportivo, figuriamoci una famiglia che vuole passare il pomeriggio pedalando. Il comitato Romolo Murri lancia la provocazione di blindare con transenne e filo spinato il tratto di pista ciclabile che da via Marchese di Casalotto porta fino a via De Curtis passando per piazza Falcone. Una precauzione indispensabile visto che i paletti non possono nulla contro le auto posteggiate al centro del percorso delle bici che, in alcuni casi, si trovano l’ingresso sbarrato perfino da montagne di rifiuti».
Il comunicato chiude rimarcando le problematiche causate dalla noncuranza d’istituzioni e incivili: «Il tutto senza considerare la totale assenza di potatura del verde con il fogliame che invade ampi tratti della pista e costringe gli amanti delle due ruote a trovarsi nuovi spazi. Oggi la pista ciclabile rappresenta un percorso di guerra che continua ad essere molto pericoloso per tutti coloro che, soprattutto la sera, vogliamo farsi una pedalata. Attraversare le strade poi è un’altra impresa a causa della maleducazione di molti automobilisti che non rispettano le precedenze».