Ennesima aggressione a medici e infermieri, stavolta al “San Marco”, Ugl: «Occorre fare di più»

Sembra esserci una momentanea e inspiegabile violenza in tutta a Catania ma soprattutto nelle strutture ospedaliere. Ultima aggressione, seguendo la Cronaca, è avvenuta negli scorsi giorni all’Ospedale San Marco: a subire la violenza sono stati un medico e un’infermiera. Prezioso l’intervento di guardie giurate e Polizia.

L’aggressione al San Marco è l’ennesimo vile gesto nei confronti di personale medico e sanitario a Catania. È accaduto tutto nel tardo pomeriggio all’interno del pronto soccorso pediatrico del presidio “San Marco” di Librino, nel momento in cui un genitore che aveva portato nel nosocomio la propria figlia per alcune cure di lieve entità è invece andato in escandescenze.

A farne le spese è stato un pediatra, colpito in modo violento al volto, e un’infermiera, la quale è stata spintonata nel tentativo di dissuadere l’aggressore. Sentito il trambusto proveniente dalle sale interne, sono prontamente intervenute le guardie giurate che hanno bloccato l’autore del fatto, poi preso in consegna dagli agenti della Polizia di Stato, quest’ultimi giunti sul posto grazie all’immediata segnalazione dei presenti.

A ricostruire il fatto è il segretario provinciale della Ugl Salute catanese Carmelo Urzì: «Abbiamo piena fiducia nell’operato degli inquirenti e ringraziamo le unità lavorative della sicurezza (in appalto a una ditta privata) che hanno evitato conseguenze ben più gravi. In un grande ospedale come lo è in San Marco non è normale che non sia presente un posto di Polizia ed è ancora più assurdo che luoghi delicati, come il pronto soccorso pediatrico, non siano provvisti di apposito sistema di videosorveglianza. Medici e personale ospedaliero in generale non vanno sfiorati neanche con un dito e, su questo punto di vista, in questi anni abbiamo fatto passi da gigante in Italia in materia penale, ma la prevenzione non è mai abbastanza. Facciamo appello quindi a tutte le istituzioni perché si ponga in essere ogni sforzo preventivo per sedare questa escalation di violenza, soprattutto in contesti altamente fragili come gli ospedali».

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