Chiusura Molo di Levante: organizzata assemblea cittadina di protesta (ECCO QUANDO)

Il molo di Levante è sempre stato un punto di incontro e di ritrovo per tanti catanesi e non: per quelli più sportivi, per quelli più romantici, per gli appassionati di foto o semplicemente per chi vuole trascorrere un momento di contemplazione e riflessione.

Tuttavia da ieri, quello che i catanesi più veraci chiamano come “a punta o’molu” non è più accessibile, così come disposto dall’autorità portuale. È stato infatti installato un grande cancello che ne impedisce l’accesso sia ad auto, ciclisti e pedoni. 

La città è stata così privata (non solo i suoi cittadini, ma anche i tanti turisti) di uno dei suoi punti più belli e suggestivi da dove poterne ammirare lo skyline, l’Etna e la Playa. 

La chiusura nasce dall’esigenza di mettere il molo in sicurezza, a seguito dell'episodio verificatosi lo scorso 23 aprile, nel corso del quale una ragazza ha riportato delle lesioni gravi (e fortunatamente non mortali) dopo essere caduta tra i frangiflutti in cemento.

Il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale, Francesca Di Sarcina, aveva anticipato come l’intera area sarebbe stata chiusa, in modo da consentire lo svolgimento di “importanti lavori di manutenzione e riparazione”, e allo stesso tempo per salvaguardare l’incolumità dei cittadini nel corso degli interventi di ristrutturazione. 

Cittadini che non hanno accolto benissimo la notizia, e che hanno programmato un’assemblea di protesta per sabato 28 maggio, alle ore 17.30, proprio davanti all’ingresso del Porto di Levante per chiederne la riapertura. 

Come scrive Matteo Iannitti, giornalista de I Siciliani Giovani e coordinatore del Giardino di Scidà - Bene confiscato alla mafia, in un suo post su Facebook: “La sicurezza è bene primario ma è inaccettabile che si preferisca chiudere piuttosto che dotare immediatamente di sistemi di protezione un'area. È inaccettabile che l'autorità portuale preferisca sottrarre un bene alla città pur di non assumersi la storica responsabilità di aver trascurato il porto. Si tratta- continua- dell'ennesimo furto ai danni della città. Da decenni ci rubano il mare. Ora però basta. Basta davvero. È arrivato il momento di riprenderci il nostro mare. Riprenderci il porto. Incontriamoci, facciamoci sentire!”. 

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Nata e cresciuta nella “raggiante” Catania, dove mi formo a pane, cinema e giornalismo. La passione per la settima arte e per le nuove forme di comunicazione, mi portano a conseguire la laurea in Scienze della Comunicazione ed un Master in Comunicazione e Marketing 2.0. Nel 2013 entro a far parte dell’albo dei giornalisti pubblicisti. Intrinsecamente pirandelliana, autrice di un racconto dal titolo “Intervista immaginaria all’Etna” contenuto nell’antologia “Catanesi per sempre”, divoratrice di libri, musica, nonché di serie tv, e con una valigia sempre pronta.