La Fontana dei Sette Canali, le 3 Cose che Devi Assolutamente Sapere

La Fontana dei Sette Canali, la Fontana Più Antica di Catania

La città di Catania è ricca di monumenti antichi e di fontane che raccontano la sua storia e le sue leggende. Chi la conosce bene, sa che sotto il suo manto barocco scorre il "fantasma silenzioso e sotterraneo" del fiume Amenano, che fa capolino in diverse parti del centro storico catanese, sgorgando dalle più note fonti. Tra queste (che sono davvero tante in città!) la più antica è la Fontana dei Sette Canali, posta all'interno della popolare Pescheria cittadina, in un'arcata della parete laterale del Palazzo dei Cherici vicino Piazza Alonzo di Benedetto.

La Fontana dei Sette Canali è la prima fonte pubblica comparsa a Catania, dalla quale anticamente i cittadini prelevavano l'acqua potabile del fiume Amenano, per riutilizzarla nelle loro attività quotidiane. 

A ben guardare, questa antichissima e classicheggiante fontana si trova ad un livello inferiore rispetto alla pescheria catanese perché, come altri noti monumenti, anch'essa è sopravvissuta alla colata lavica del 1669 e al distruttivo terremoto che ha colpito la città di Catania nel 1693, conservandosi sino ad oggi. Nonostante il Comune abbia interdetto con apposita grata in ferro l'utilizzo della sua acqua non ritenuta più potabile, la Fontana dei Sette Canali rappresenta tutt'oggi una delle attrazioni più visitate da turisti di ogni dove; e non solo da loro!

Passando dalla pescheria, infatti l'avrai notata anche tu! Anche se la conosci bene, sai perché si chiama proprio Fontana dei sette canali? 

Continua a leggere e lo scoprirai!

Fontana dei sette canali
 

La Fontana dei Sette Canali o de' sette Cannola

La storia della Fontana dei Sette Canali è curiosa, perché racconta di questa antichissima fonte che da sempre i catanesi chiamano "de' sette Cannola" o "de' sette Canneddi" per la sua particolare conformazione. Osservandola bene, è possibile vedere infatti la sua grande vasca rettangolare, realizzata in pregiato marmo e decorata in stile greco, nella quale confluiscono sette fori e dai quali sgorgano altrettanti sette getti d'acqua.

La scelta del numero 7 ha un suo perché: ricorda infatti le sette diramazioni nelle quali il corso del fiume amenano si suddivide prima di sfociare nel golfo di Catania e ricongiungersi al mare aperto.

Altro dettaglio che rende particolare questa antica vasca rettangolare risalente al 1612, è la lapide marmorea ormai quasi del tutto usurata dai segni del tempo, che riporta la frase in latino "D. O. M. Philippo III Hispaniarum et Siciliae Rege invictissimo D. Petro Giron Ossunae Dvce Pro rege, D. Carolvs Gravina Patritivs, Don Matthevs De Alagona,D. Hieronymus Paterno, Fabritivs Tornambeni, Hercvles Tvdiscvs, Joannes Baptista Scammacca et Don Ioseph Fimia Vrbis Senatores, canales aquae vetustate pene collapsos opere marmoreo magnificentiore forma reficiendos publica impensa curaverunt", indicante sia chi ha commissionato l'opera, sia chi l'ha costruita.

Che dire delle fonti? Prosegui la lettura per scoprirlo!

Fontana dei Sette Canali, Cosa Dicono le Fonti?

I catanesi avrebbero tanto da raccontare sulla Fontana dei Sette Canali, luogo di ritrovo, di scambio e anche di qualche litigio. Ma se si scrutano più a fondo le fonti, si scopre una verità su di essa che rivela l'esistenza di un'altra fontana ad essa antecedente.

Secondo antiche testimonianze, infatti, seppur sia oggi considerata la più antica di Catania, questa Fontana dei Sette Canali sarebbe posteriore ad un'altra fonte costituita però da ben 36 canali, eretta come simbolo dei numerosi getti d'acqua cittadini e andata distrutta in seguito agli eventi catastrofici che hanno interessato la città. Un dettaglio in fondo che non muta nulla, ma che conferma quanta importanza abbia il fiume Amenano per tutta Catania e i catanesi!

Siciliana Doc, amante della sua terra, sono laureata in Lettere Moderne e specializzata in Filologia Moderna. Diventata per passione una copywriter e on line editress, da sempre sono appassionata di scrittura, di letteratura, ma soprattutto della Sicilia. Ho collaborato con varie testate giornalistiche locali, che mi hanno permesso di coltivare le mie passioni