Ristoratori Siciliani Indipendenti: «No alla chiusura nei giorni dei festeggiamenti agatini»

In un momento di forte crisi per il settore emergono degli scontri interni tra il comitato “Ristoratori Siciliani Indipendenti” ed altre associazioni di categoria. Secondo quanto riportato, i primi si sarebbero “arroccati il diritto di parlare a nome di tutti i pubblici esercizi di Catania, dei bar e dei ristoratori senza avere le possibilità per farlo”. Il comitato è deciso a non chiudere le rispettive attività durante la festa di Sant’Agata.

Il portavoce dei Ristoratori Siciliani Indipendenti Roberto Tudisco apre così il comunicato: «Ribadisco che noi imprenditori abbiamo imboccato la via del non-ritorno. Per questo ci stiamo attivando a 360° per fare qualcosa di concreto. Quindi abbiamo deciso di difenderci da soli…». Il maggiore contrasto scaturisce dai giorni delle celebrazioni agatine e la conseguente chiusura: «… Per la festa di Sant’Agata viene chiesto, in modo del tutto irragionevole, un lockdown totale dal 3 al 5 febbraio.
Questo non farebbe altro che innescare la guerra dei poveri tra pubblici esercizi. Costringere a tenere la saracinesca abbassata a moltissimi imprenditori è semplicemente pazzia. Invece di dare una boccata di ossigeno per le loro casse si vuole dare l’ennesima mazzata? Perché dovrebbero stare chiusi? Noi dissociamo fortemente da questa idea…
».

Quel che sembrerebbe rabbia del comitato nei confronti delle istituzioni si riflette nelle parole del portavoce: «…C’è un comitato per l’ordine e la sicurezza, il controllo del territorio non spetta a noi e non saranno questi tre giorni di festeggiamenti agatini vissuti in lockdown a risolvere il problema. Come non abbiamo provocato contagi nei quattro mesi precedenti, nonostante la curva sia cresciuta, non saremo la causa di eventuali assembramenti la prossima settimana. Non possiamo essere sempre l’alibi di questo Governo. Dobbiamo finirla con i colori: vogliamo lavorare e tenere aperte le nostre attività. La misura è colma e non si può andare avanti 4 mesi con le braccia incrociate: qui si rischia la guerra civile. Qualcuno di noi, dal 3 al 5 febbraio prossimo, potrebbe lavorare a ritmi sostenuti e invece si invoca la chiusura totale; ma stiamo scherzando? È una pazzia. Noi dobbiamo aprire come sono aperti i luoghi di ristoro, i bar e i ristoranti nei porti, negli aeroporti e negli ospedali senza considerare i mercati e gli autogrill con tanto di tavoli e sedie…».

Il comitato Ristoratori Siciliani Indipendenti termina con la richiesta di tenere aperto e la certezza che devoti e catanesi rispetteranno ferreamente le regole: «Noi ci dissociamo dall’idea del lockdown nei giorni clou dei festeggiamenti agatini e non vogliamo più che una singola sigla di categoria parli a nome di tutti. Non solo, bisogna dare fiducia ai devoti ed a tutti i catanesi che, in un momento così delicato, siamo sicuri che sapranno dare prova di grande compostezza e rispetto delle regole».

Giornalista fanatico delle due ruote e della fotografia, pieno d'ideali e senza prezzo nel cartellino.